Science and the Future: Introduzione

Breve testo in cui vengono illustrate le motivazioni che hanno portato ad organizzare la conferenza Science and the Future (Politecnico di Torino, ottobre 2013), gli obiettivi perseguiti e la natura dei problemi aperti nel confronto tra scienze della natura e scienze economiche.

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Science and the Future su Ambiente-Italia (RAI)

Puntata del 2 novrembre 2013 di Ambiente-Italia (trasmissione della RAI) in cui si parla di Science and the Future, conferenza tenutasi al Politecnico di Torino nell’ottobre 2013.

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Val di Susa: isolare la violenza è possibile, rimuovendone cause e pretesti. E’ necessario tornare alla discussione, mai compiuta, sui dati tecnici ed economici che giustificano o meno la nuova linea Torino-Lione.

Appello al Presidente Giorgio Napolitano

Ill.mo Sig. Presidente

La Valle di Susa è divenuta da tempo un luogo di acuta tensione che, oltre a degradare notevolmente la qualità di vita della popolazione, produce un crescendo di violenza verbale e fisica che sarebbe poco saggio sottovalutare. Alla radice c’è un malessere reale accumulatosi in oltre vent’anni di pessimo rapporto tra istituzioni e comunità locale. Tuttavia gli atti di forza, da entrambe le parti, radicalizzano le contrapposizioni e allontanano l’attenzione dal problema che è all’origine dello scontro.

La reazione istituzionale non fa che occuparsi dei sintomi della malattia; ma finché il problema non viene affrontato nelle sue radici, il malessere, le tensioni, l’irrazionalità e anche la violenza sono destinati a durare e crescere. Nel caso della Valle di Susa, il punto da cui tutti i contrasti scaturiscono è una ferrovia che si vorrebbe costruire attraverso le montagne, laddove ne esiste già una in perfetta efficienza e sottoutilizzata. Ad una analisi fredda e distaccata quell’opera appare platealmente insensata dal punto di vista economico, ambientale e trasportistico.

Valutazioni critiche, oltre che da tecnici e ricercatori come alcuni degli scriventi, sono state espresse a più riprese, nelle forme proprie, anche da organismi quali la Corte dei Conti italiana e, sul lato francese, dalla Cour des Comptes, l’Inspection Générale des Finances, il Conseil Général des Ponts et Chaussées, la Direction Générale du Trésor, gli ex Presidenti del Réseau Ferré de France e della SNCF.

Alle obiezioni si è per lo più risposto con slogan, affermazioni ideologiche e retorica, rifiutando ogni confronto basato su una metodologia scientifica oggettiva. Questo è il nodo da sciogliere se si vuole curare il male invece di reprimerne i sintomi. L’unica procedura per verificare se le critiche siano fondate oppure no è il confronto argomentato, pubblico e indipendente, nel merito delle grandezze fisiche e dei dati economici. Questo confronto non c’è mai stato, perché si è pensato di confinare il dibattito in sedi non pubbliche e certamente non paritarie, per nulla indipendenti e per finalità strumentali, a valle di decisioni comunque prese d’autorità e presentate come immodificabili e corrette a priori.

Noi, forse ingenuamente, riteniamo che ogni decisione importante dello Stato debba essere presa a seguito di un’analisi trasparente e razionale.

Un confronto onesto e aperto come quello che prospettiamo è la strada per togliere pretesti a chi si illude di cambiare il mondo lanciando sassi, incendiando macchinari o peggio. Nel contempo è anche vero che la ragione non si ha grazie alla forza, nemmeno se istituzionale.

Nel panorama di grande incertezza della politica nazionale non sappiamo letteralmente a chi rivolgerci.

Abbiamo già firmato altri appelli, promosso conferenze scientifiche in sedi accademiche, pubblicato libri, chiesto ascolto alla stampa, a politici e pubblici funzionari, ma senza alcun effetto. Ci rivolgiamo perciò a Lei nella sua veste istituzionale di massima carica della Nazione, che è di diritto e di fatto super partes; e ci rivolgiamo a Lei in quanto persona che ha dimostrato la capacità di ascolto e la saggezza che questa vicenda richiede se se ne vuole venire a capo senza ulteriori forzature e senza sofferenze.

La preghiamo ancora una volta: promuova Lei quel confronto pubblico, qualificato e indipendente, basato su dati, misure e metodo scientifico, che potrà aiutare tutti a porre fine al malessere sociale e alla violenza.

Torino, 11 ottobre 2013

L’appello e la lista dei primi firmatari sono scaricabili dal seguente link: Appello Val Susa

Scienza e futuro: crescita economica e limiti fisici

Crescita, mercato, competitività contro i vincoli fisici del pianeta: un futuro impossibile. I cambiamenti in atto – dal clima alla biodiversità – delineano oggi futuri probabili che possono minacciare la qualità della vita umana sull’intero pianeta per millenni. Solo riportando il prelievo di risorse all’interno dei cicli biogeochimici terrestri potremo dirigerci verso il futuro desiderabile di una specie e di una società stabili e sostenibili. Quattro giorni di discussione al Politecnico di Torino per fare emergere un dibattito oggi sempre più urgente e necessario.

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OCCHIO ALLA SPESA… DI COSMETICI E DETERGENTI!

poison

Ogni giorno milioni di persone – donne in particolare, anche se il numero di uomini è in costante aumento – usano prodotti cosmetici sotto varie forme: saponi, dentifrici, shampoo, balsami, lozioni, creme (idratanti, da corpo, per le mani, anticellulite, antismagliature, antirughe, antietà, depilanti, ecc.), deodoranti, deodoranti intimi, oli da corpo, oli e sali da bagno, oli da massaggio, oli abbronzanti o protettivi, oli doposole, smalti per le unghie e loro solventi, mascara, profumi, talco, fondotinta, matite, ombretti, rossetti, lucidalabbra, coloranti e tonici per capelli, lacche e spray per capelli, dopobarba, oli per bambini etc.

Molte altre sostanze chimiche tossiche o potenzialmente tossiche sono presenti nell’ambiente casalingo, lavorativo, o per le nostre strade. 
Milioni di tonnellate di sostanze chimiche vengono riversate direttamente o indirettamente, attraverso gli scarichi successivi alle lavorazioni industriali o risciacquate dai nostri corpi nell’ambiente, con gravi effetti inquinanti, dovuti anche alla loro scarsa biodegradabilità.

Più di 1.000 nuove sostanze chimiche sono prodotte ogni anno. 
Più di 300 sostanze chimiche di sintesi sono state trovate attraverso dei test a campione nei tessuti e nelle secrezioni umane, incluso il latte materno. 
È stato stimato che 400 milioni di tonnellate di sostanze chimiche di sintesi sono prodotte ogni anno a livello mondiale, che 5.000-10.000 sostanze chimiche sono da considerarsi pericolose, e che 150-200 tra di esse possono essere causa di cancro.
Il 95% delle sostanze chimiche usate nelle “fragranze” sono composti sintetici e derivati dal petrolio. Un comune cosmetico o un profumo può contenere fino a 100 fragranze.

L’Istituto Nazionale delle Ricerche sull’Ambiente della Danimarca (The National Environmental Research Institute of Denmark) recentemente ha trovato che il 99% dei cosmetici applicati sulla pelle e il 77% di quelli che vengono risciacquati contengono Parabeni. I Parabeni agiscono da conservanti, ma sono anche conosciuti come irritanti per la pelle e gli occhi ed hanno la proprietà di mimare l’ormone femminile estrogeno…”. (The Guardian 08-05-04 p.10).

Ma oggi, con l’ormai alta disponibilità in commercio di prodotti più sani e certificati come biodegradabili e non tossici, possiamo forse muoverci in direzione di un acquisto più responsabile per noi stessi, la nostra famiglia e l’ambiente e farci volano di un nuovo modo di utilizzare i grandi risultati della scienza chimica nel quotidiano?

Sicuramente sì. Basta cominciare dal sapone che abbiamo usato stamattina appena svegli e dal tonico che useremo stasera per rinfrescare la pelle.

Fonti: informasalus.it – disinformazione.it

 

Crescere materialmente non si può proprio

Rendiamo disponibili le slides con cui il Prof. Tartaglia ha presentato le tematiche di cui si occupa Forum Futuro nel primo incontro di sabato 20 aprile 2013, che permettono una visione d’insieme della situazione globale economica e ambientale ed aprono la strada al dibattito tra cittadini ed esperti come nel prossimo appuntamento di venerdì 31 maggio 2013.

Eco-relax

Anche se la pioggia degli ultimi giorni sembra nasconderlo, anche per quest’anno l’estate si avvicina. In ufficio cominciano le discussioni per avere la settimana di ferie, parte la caccia al volo low cost, si fanno i conti per capire se nonostante la crisi almeno qualche giorno al mare si riuscirà a farlo. Insomma, è tempo di pensare a come recuperare un po’ di energie senza prosciugare il portafoglio. Purtroppo le vacanze ogni anno non solo prosciugano i conti in banca, ma anche l’ambiente che ci circonda. L’ideale sarebbe mandare in vacanza il corpo senza spegnere il cervello. Ecco qualche piccolo consiglio per riposarsi nel rispetto del mondo.

 Chi va piano…: se la destinazione scelta non è troppo lontana, lasciare a casa l’automobile può essere un’ottima soluzione. Verso una città d’arte o una località balneare il treno unisce il risparmio (a meno di utilizzare l’auto a pieno carico dividendo la spesa) al rispetto dell’ambiente: i paesaggi si godono meglio da un finestrino e chissà che non ci sia anche la possibilità di fare qualche nuova conoscenza lungo la strada. Scegliere luoghi di vacanza più vicini non è solo una scelta economica – accorciando gli spostamenti usiamo meno risorse e riscopriamo le bellezze spesso trascurate del nostro paese.

L’appetito vien mangiando: no alle grandi catene di ristorazione. In qualsiasi posto ci si trovi, ci sono sicuramente produttori locali pronti ad offrirci le loro ricette: forse rispetto ad un hamburger si spende qualcosa in più, ma ci guadagneranno la produzione locale, l’ambiente e la nostra salute.

Per gli sportivi: in Europa si è diffuso decisamente negli ultimi anni il cicloturismo. Esistono diversi siti internet e guide specializzate nelle vacanze su due ruote con percorsi adatti a qualsiasi età ed allenamento. Una vacanza all’insegna della salute e della natura può essere una soluzione nuova e sorprendente.

cyclists relax biking outdoors

Il ricordino: la voglia di portare un souvenir da mettere sul frigo o da regalare agli amici è immancabile. Occhio però a cosa compriamo. La maggioranza delle calamite, delle statuine e delle magliette messe in mostra sulle bancarelle per attirare l’occhio dei turisti sprovveduti sono prodotti dall’altra parte del mondo, non hanno niente a che fare con il posto che abbiamo visitato e non abbiamo idea né di chi li abbia fatti né di come li abbia fatti. Molto meglio perdere qualche ora a girare per piccoli negozi, troveremo sicuramente qualcosa di realmente caratteristico – che ci ricorderà veramente le emozioni del viaggio.

Questi sono solo piccoli spunti, la fantasia di ognuno suggerirà chissà quanti altri modi di vivere le vacanze in modo nuovo e rispettoso. Se avete nuove idee condividete e commentate!

Stand by me

«Nella vita di ogni giorno, la sobrietà passa attraverso piccole scelte […] Piccole scelte possibili e salutari, non solo per il corpo e per lo spirito, ma anche per il portafogli perché il passaggio dal consumismo alla sobrietà fa pure risparmiare. Ma il consumismo è così radicato in noi da indurci a comportarci come i tossicodipendenti: con la testa capiamo di dover cambiare, ma alla prova dei fatti rinunciamo» (Francesco Gesualdi, Sobrietà. Dallo spreco di pochi ai diritti per tutti, Milano, Feltrinelli, 2005)

Razionalmente sappiamo che buona parte dei nostri comportamenti quotidiani sono dannosi per il pianeta che abitiamo, per la nostra salute, per le relazioni che viviamo, ma in pochi casi siamo disposti a cambiarli. Rimandiamo indefinitamente il rinnovamento.

Un esempio?

Sono alcuni anni che si presenta ciclicamente alla tv e su internet il problema degli stand by. Ad un certo punto l’esperto di turno ci ripete che quella lucina rossa che rimane accesa tutta la notte, quel piccolo display con l’ora sempre aggiornata sul decoder non servono a niente e sprecano energia elettrica. E non ci mette solo in guardia dallo spreco di elettricità, ma anche di denaro: ogni anno aumenta il costo in bolletta di quella inutile lucina rossa.

Allora perché continuiamo a lasciare il decoder acceso?

Le abitudini acquisite sono sempre difficili da estirpare, ma non per questo bisogna scoraggiarsi. Torniamo a ragionare sul decoder: possiamo pensare che mediamente stia acceso all’incirca tre ore al giorno per farci guardare i nostri programmi preferiti. Per le restanti 21 ore del giorno rimane in stand by, dal momento che la maggior parte non ha un comando di spegnimento totale. Allora, se ragionevolmente possiamo pensare che il consumo in stand by sia la metà di quello in funzione, non ci vorrà un matematico per farci vedere che rischiamo di consumare di più quando la televisione è spenta rispetto a quando la guardiamo. Pagheremo di più per quelle 21 ore di luce rossa che per 3 ore di programmi televisivi.

Soluzioni? Una facile ed economica: le multiprese con interruttore, più prosaicamente le “ciabatte”. Comprare una multipresa da pochi euro, che schiacciando un tasto blocca il flusso di corrente, ci farà risparmiare soldi ed energia; l’avremo ripagata con il risparmio in bolletta già in un paio di mesi. La soluzione è valida per quasi tutti gli apparecchi elettronici: il computer, la radiosveglia, anche alcuni caricatori per cellulari continuano ad assorbire energia quando l’apparecchio è scollegato. Un semplice tasto può cambiare radicalmente i nostri consumi.

Un check-up completo dei consumi elettrici delle nostre case gioverà all’ambiente e al conto in banca.

Pedalate olandesi.

Mentre da noi il sole primaverile inizia a farsi vedere, una notizia che ci ricorda il freddo dell’inverno. Quante volte col freddo del mattino di gennaio la macchina si è rifiutata di accendersi, i pulman sono arrivati alla fermata carichi di gente e solo l’idea di andare a piedi ci ha fatto congelare le ossa? Nella regione di Utrecht, nei Paesi Bassi, hanno trovato la soluzione: andare in bicicletta anche in pieno inverno. Nel paese già famoso per l’uso massiccio delle due ruote è nato un progetto rivoluzionario: lo scorso inverno sono state fatte le prime sperimentazioni di una pista ciclabile riscaldata.

Funziona più o meno come i sistemi di riscaldamento a pavimento usati in tanti edifici: un tragitto di tubature a 50 metri di profondità rilascia il calore accumulato tramite pannelli solari sciogliendo neve e ghiaccio sulle piste ciclabili e rendendo confortevoli gli spostamenti per i ciclisti. Per ora il progetto è ancora in fase di discussione e i costi di realizzazione sembrano piuttosto elevati ma fa ben sperare l’atteggiamento di un paese come l’Olanda da sempre sensibile al tema della salute pubblica e della tutela dell’ambiente.

Altro progetto innovativo sul tema della sostenibilità è quello lanciato nel 2012 sempre in Olanda dall’azienda Tolkamp Metaalspecials. Si tratta di un multi-tandem con undici postazioni pensato per accompagnare i bambini a scuola. Uno solo è il posto di guida – occupato dall’insegnante che conduce il bus mentre tutti i passeggeri pedalano. Il ciclobus è stato prodotto e testato in alcune scuole pilota e sembra che il test sia andato a buon fine (una divertente fotogallery è disponibile all’indirizzo http://www.tuttogreen.it/fotogreen/bicibus-in-olanda/Un+primo+piano+del+bicibus+olandese/53063/2772/ ). Dopo la sperimentazione in diversi paesi europei del pedi-bus, potrebbe essere questo un metodo divertente ed ecologico per educare i bambini fin da piccoli al rispetto dell’ambiente e della loro salute.

Ultima chiamata: una proposta dal passato per riaprire gli occhi dal sonno della società di oggi.

40 anni fa un libro basato su un report di un gruppo di scienziati del MIT sconvolse il mondo: parliamo de The Limits to Growth (I Limiti dello Sviluppo) basato sul report di un team di coraggiosi scienziati del MIT. Oggi il loro messaggio è più attuale che mai: il pianeta Terra è un sistema finito e la crescita economica a pieno ritmo porterà la nostra società e l’ambiente sull’orlo del collasso.

Il documentario Ultima Chiamata racconta la storia dell’ascesa, caduta e rinascita di uno dei libri ambientalisti più controversi e stimolanti di tutti i tempi. Seguiamo gli eventi attraverso le storie dei suoi ideatori – Aurelio Peccei e Jay Forrester- e autori – Dennis e Donella Meadows, Jorgen Randers, Bill Behrens, un gruppo di persone molto diverse tra loro ma unite da una comune attenzione verso le future generazioni.

L’abitudine di prendere decisioni a breve termine dal punto di vista ambientale, economico e politico ha portato ad un ritardo d’azione di 40 anni, nonostante il libro anticipasse già allora la crisi globale che stiamo vivendo oggi. Cosa dovremmo fare ora che abbiamo oltrepassato i limiti? Siamo ancora in tempo per un’ultima chiamata? Gli autori di The Limits to Growth,supportati da straordinario materiale d’archivio, ci forniscono una visione provocatoria sulle ragioni della crisi globale e condividono con noi la propria idea del futuro. Quindi, cosa fare oggi che abbiamo oltrepassato i limiti?

C’è ancora tempo per un ultima chiamata?https://www.youtube.com/watch?v=y50ebFwDN5k

ULTIMA CHIAMATA è un documentario scritto e diretto da Enrico Cerasuolo
http://www.lastcallthefilm.org/

Prodotto da: Massimo Arvat per Zenit Arti Audiovisive in associazione con Skofteland Film (Norvegia)